KARATE for PEOPLE
E così è nato. Inofficiale, spontaneo, suggerito a poco a poco dallo stare insieme, dalle conversazioni, dal piacere degli allenamenti, senza la pressione della competizione, dell’agonismo (che, in una società come la nostra, ci vuole un attimo perché diventi il contrario degli originari valori di ogni disciplina, cioè un’altra
forma costrizione e stress), e senza la preoccupazione dell’età, a ciascuno il suo, secondo il carattere, la psicologia, le condizioni di salute e di vita che sono
per ciascuno le proprie, e inimitabili. Con una cosa in comune. La passione di muoversi, di far respirare il corpo e l’anima, l’aspirazione a sentirsi – utopica? no, semplicemente umana, tanto più necessaria quanto i tempi sono difficili – nell’equilibrio oggi smarrito di Natura e Cultura, cioè di una società umana fondata su regole e relazioni giuste, nel senso della Dìke, dell’idea di Giustizia degli antichi Greci, che era un’armonia universale, fatta del retto bilanciamento delle parti, non importa quanto piccole, purché ciascuno partecipasse e facesse sentire la sua voce, per quanto apparentemente flebile, e invece necessaria. Ci sono molti mezzi per farlo, e tutti sono buoni, se pensati fino in fondo e sinceri. Noi, amici uniti da una passione, ne abbiamo scelto uno. La nostra passione è il karate. Il karate come espressione e miglioramento del Sé e delle sue relazioni. Come pratica educativa e filosofia di vita. Una disciplina, un’etica, che il contrario di tante formule e credenze abusate, di tanti luoghi comuni. Di tante pratiche, anche, che si allontanano, ne tradiscono lo spirito. Ma questo è un altro discorso. Oggi parliamo di altro. Di movimento, di vita, di armonia, di compresenza delle età e delle differenze, delle competenze e delle occupazioni, della gente comune, come noi e voi, questo è KARATE for PEOPLE. Parliamo di rispetto per se stessi e gli altri, sempre e ovunque, nella concretezza delle esistenze, impegnate nelle attività e nei problemi di tutti i giorni. KARATE for PEOPLE sorge così. Come un movimento, non una istituzione. Come passione, non razionalità irrigidita. Da costruire non secondo un programma stabilito a priori: ma una corrente di idee e di iniziative, proposte da tutti quelli che, coinvolti dalla nostra stessa passione, vogliano artecipare, suggerendolo e modificandolo, al nostro cammino.
KARATE for PEOPLE non si pone né mète né limiti: è un karate come condotta morale che modella l’anima anche con la precisione dei movimenti del corpo, che rinviano a qualcosa che va al di là di essi. È un karate per la gente, un karate che lascia le palestre
agonistiche per entrare nella vita, anche – e soprattutto – di chi non lo ha mai fatto e non avrebbe mai creduto di poterlo fare: senza differenze di sesso, di età, di
salute, di condizioni sociali. Il Karate che entra a far parte delle storie, delle biografie, delle giornate individuali di ciascuno, come uno sfondo, una compresenza, un rifugio, una motivazione. Èccoci qui, dunque, con questo nuovo strumento, questa possibilità aperta di espressione e di dialogo, che, per vivere, dovrà nutrirsi della corrente delle vostre idee e proposte, che ora hanno un alveo in cui confluire, senza che ciò condizioni o faccia sapere in anticipo dove porti il fiume. Porterà comunque, questo fiume, verso destinazioni nuove, che non si sarebbero potute prevedere, se il suo fluire fosse stato (ir)regimentato dall’alto, verticalmente. La
comunicazione è orizzontale. Qui non ci sono dighe o sbarramenti al suo libero scorrere. Lo sviluppo del karate come filosofia pratica, i significati nuovi che dovrebbe potrebbe assumere, nelle società frammentate ed eterodirette di oggi, in termini di miglioramento fisico e spirituale, di consapevolezza individuale e collettiva, dipendono inestricabilmente da quanto vorranno liberamente partecipare a questo processo. Cerca di perfezionare la tua personalità, diceva, indicando le quattro regole fondamentali del karate, il Grande Maestro Katsuya Miyahira; mantieni uno spirito di ricerca costante; frena lo zelo eccessivo (una formula in cui riassumeva per brevità ogni atteggiamento di esagerazione e di prevaricazione, in qualsiasi forma) della tua gioventù. E, aggiungeva, soprattutto osserva la buona educazione. La buona educazione, che è un concetto di bilanciamento ed equilibrio, di armonia – come la Dike, la Giustizia di cui si diceva. L’Oriente incontra ’Occidente, Confucio la cultura classica greca. Il fiore di ciliegio, il Sakura celebrato dal Giappone in primavera come simbolo della forza rigeneratrice, fiorisce anche da noi.Non dimentichiamo mai la fragile caducità della bellezza del fiore, che, in un Pianeta in pericolo, solo il rispetto, l’educazione e l’etica di valori da sviluppare insieme possono cercare di preservare. Sta a noi, quel fiore delicato e forte, di farlo rivivere e vivere ogni giorno.